4 aprile 2009

La lezione di Gedda, il Csi non ti ha dimenticato

"Caro Gedda, che piacere è stato “incontrarti” di nuovo. L’ultima volta ci eravamo visti nel 1995, allo stadio dei Marmi di Roma, in occasione della grande festa per il 50° anniversario della fondazione del Centro Sportivo Italiano. Allora avevi 92 anni. Mi colpì, in quella occasione, l’entusiasmo e la vitalità con la quale sei salito sul palco, lasciando tre consegne a tutta l’Associazione: promuovere uno sport “vissuto”, uno sport dell’anima, uno sport del cuore.

"Caro Gedda, che piacere è stato “incontrarti” di nuovo. L’ultima volta ci eravamo visti nel 1995, allo stadio dei Marmi di Roma, in occasione della grande festa per il 50° anniversario della fondazione del Centro Sportivo Italiano. Allora avevi 92 anni. Mi colpì, in quella occasione, l’entusiasmo e la vitalità con la quale sei salito sul palco, lasciando tre consegne a tutta l’Associazione: promuovere uno sport “vissuto”, uno sport dell’anima, uno sport del cuore. Da allora sono passati 13 anni. Nel frattempo sei salito alla Casa del Padre, ma il tuo esempio di vita è rimasto indelebile nella storia del nostro Paese e di un’Associazione che prova immenso orgoglio ogni volta che ricorda di essere stata fondata da una persona come te. Ci siamo rivisti nelle scorse settimane. Abbiamo organizzato una giornata di studio per ricordare la tua figura. Anche questa volta sei riuscito ad affascinarci e stupirci. Alcuni “ricercatori” ci hanno aiutato a leggere le vicende che hai vissuto negli anni a cavallo del 1944. Nel corso della tua vita hai lasciato un segno di rilievo nella storia del cattolicesimo del nostro Paese e hai vissuto tanti momenti importanti. Come avrai fatto a farti ricevere in udienza privata 64 volte da Papa Pio XII? Come avrai avuto, quando eri dirigente dell’Azione Cattolica, quella idea lungimirante di fondare una realtà come il CSI? Come sei riuscito a gestire le importanti responsabilità che la politica di quel tempo ti ha affidato? Tutto questo mi affascina e mi incuriosisce. Ma a lasciarmi di stucco è la tua modernità. Se oggi tu sedessi nel Consiglio Nazionale non ci sarebbe nulla di strano. Anzi, probabilmente saresti capace di esortarci a guardare avanti. Le battaglie che hai fatto (con una determinazione unica) nel Coni ai tempi del presidente Giulio Onesti sono le battaglie che noi vogliamo fare oggi. La tua passione per i giovani è la stessa che noi abbiamo oggi nel cuore. La tua determinazione nel far crescere l’Associazione sul territorio “osando” sfide impossibili, mi è servita di esempio nel lanciare la campagna di aumento del 10% di tesserati e di società sportive. Nei tuoi scritti (datati anni ’40 e ’50), sull’ispirazione cristiana del Centro Sportivo Italiano e sulla necessità di dare vita nelle Diocesi a una autentica e credibile pastorale dello sport, ci sono ragionamenti che potremmo inserire tranquillamente in ogni nostro corso di formazione. Carissimo Gedda, non c’è niente da fare: quel carisma di «anticipare i tempi» e di seguire ogni giorno il Vangelo l’hai trasmesso a tutta l’Associazione ed a ciascuno di noi. Oggi ogni nostro dirigente di società sportiva e di comitato è chiamato a fare quello che hai fatto tu: battersi ogni giorno per l’educazione dei giovani, senza risparmiarsi, senza mediazioni, senza incertezze. Noi siamo orgogliosi di avere come fondatore una persona come te. Credo che anche tu, guardando il Centro Sportivo Italiano di oggi, possa essere orgoglioso di noi e di quello che l’Associazione è diventata. Con affetto, una immensa stretta di mano».

L'angolo del Presidente

La lezione di Gedda, il Csi non ti ha dimenticato

Massimo Achini

Presidente Nazionale